Paghi l’affitto ogni mese, puntuale come un orologio svizzero, ma il proprietario pensa di poterti trattare come un bancomat? Sorpresa: in certi casi, puoi riprenderti tutti i soldi versati, e la legge è dalla tua parte. Non stiamo parlando di sogni, ma di diritti concreti. Scopriamo quando puoi chiedere il rimborso del canone, come muoverti e perché il locatore non può sempre fare il furbo.
Il contratto non è una cambiale in bianco
Il contratto di locazione, come dice l’art. 1571 del Codice Civile, ti dà il diritto di usare la casa in cambio del canone. È il prezzo per vivere lì, coprire l’IMU del proprietario e i suoi costi di manutenzione straordinaria. Ma non è un assegno in bianco: se il contratto è nullo o violato, puoi pretendere indietro ogni centesimo versato. Altro che sfratto per morosità: qui è il locatore che deve correre ai ripari.
Casa invivibile? Pretendi i tuoi soldi
Se la casa è un disastro – infiltrazioni, crepe strutturali, muffa che sembra un’opera d’arte – e questi problemi c’erano già prima che firmassi, il proprietario non può lavarsene le mani. Se non ti ha informato dei difetti gravi che rendono l’immobile inutilizzabile per lo scopo concordato, puoi:
- Inviare una diffida (raccomandata A/R o PEC) per chiedere il rimborso delle mensilità pagate.
- Documentare tutto: foto, video, perizie. Più prove hai, più il locatore tremerà.
- Conservare i bonifici: dimostrano che hai pagato per un immobile che non valeva il canone.
Non lasciare che ti racconti la storiella del “è normale usura”. Se la casa è un colabrodo, i soldi tornano a te.
Canone gonfiato? Non ci cascare
Il proprietario ti chiede un canone più alto di quello scritto nel contratto registrato? Magari ti convince che “è per le migliorie” o “per il mercato”. Falso. La legge è chiara: paghi solo quanto pattuito nel contratto, più l’eventuale adeguamento ISTAT (se previsto). Tutto il resto è abusivo. Se hai versato anche un solo euro in più, puoi:
- Richiedere la restituzione delle somme extra.
- Agire legalmente, ma occhio: hai sei mesi dal rilascio dell’immobile per muoverti.
- Dimostrare i pagamenti: bonifici, ricevute, qualsiasi cosa tracciabile è il tuo asso nella manica.
Non farti abbindolare da chi vuole spremerti il portafoglio. Quel che non è nel contratto, non lo devi.
Affitto in nero? Il jackpot dell’inquilino
Se il proprietario non ha registrato il contratto all’Agenzia delle Entrate, congratulazioni: hai in mano una bomba legale. Un contratto non registrato è nullo, punto. La Cassazione (sentenza dopo sentenza) lo dice forte e chiaro: in caso di affitto in nero, puoi chiedere il rimborso di tutte le mensilità versate, anche se hai vissuto nella casa. Non importa se il locatore ti ha promesso mari e monti: senza registrazione, il contratto non esiste, e i tuoi soldi devono tornare indietro. Documenta i pagamenti e vai dritto per la tua strada.
Deposito cauzionale: non è il suo bottino
Il deposito cauzionale non è un regalo di Natale. Alla fine del contratto, il proprietario deve restituirtelo, salvo danni specifici o canoni non pagati. Ma attenzione: non può trattenerlo solo perché “gli va”. La Cassazione Civile (ordinanza 5 gennaio 2023, n. 194) è cristallina: per trattenere il deposito, il locatore deve trascinarti in tribunale e dimostrare che i danni sono reali e imputabili a te. Niente giudizio, niente trattenuta. Punto.

Come muoversi: non farti fregare
Ecco il piano d’azione per riprenderti i tuoi soldi:
- Raccogli le prove: foto, video, bonifici, contratti. Tutto ciò che dimostra il problema o il pagamento.
- Invia una diffida: raccomandata A/R o PEC per mettere il proprietario con le spalle al muro.
- Consulta un avvocato: soprattutto per contratti nulli o canoni gonfiati, un legale ti guiderà verso la vittoria.
- Agisci in fretta: per i canoni extra hai sei mesi dal rilascio dell’immobile. Non dormire.
Conclusioni: il locatore non è intoccabile
Il proprietario non è il re Mida dell’immobiliare, anche se si comporta come tale. Casa invivibile, canoni gonfiati, contratti in nero o depositi trattenuti senza motivo? La legge ti copre le spalle. Non farti intimidire da chi pensa di poterti spremere senza conseguenze. Raccogli le prove, alza la voce e, se serve, porta il locatore in tribunale. L’affitto è un contratto, non un patto col diavolo. Fai valere i tuoi diritti.
geom. Pesante Guido
REA MI-2768306